Claudio Salvetti nasce a Breno, paese situato al centro della Valle Camonica, provincia di Brescia, il 16 agosto 1953, figlio di Salvatore e Teresa Putelli.
La sua è un’infanzia felice vissuta a contatto con la natura, quando si poteva fare il bagno nel fiume Oglio pescando e grigliando i pesci sul posto con gli amici e le strade erano il “parco giochi” dei ragazzini di allora.
Già a soli 14 anni viene affascinato dal mondo della tassidermia e, sotto la guida di un maestro artigiano, impara a ridare agli animali, di recupero dai cacciatori, un nuovo modo di mostrarsi anche ricostruendogli l’ambiente naturale nel quale avevano vissuto.
Contemporaneamente a questa passione lavora come apprendista meccanico fino a quando, diciannovenne, parte per Vipiteno per entrare nel corpo dell’Artiglieria Alpina.
Percorso naturale seguendo le orme del nonno e del padre, anche loro Alpini.
Dopo l’8 settembre 1943 il padre viene catturato dai tedeschi e portato in campi di concentramento in Germania, finché non torna a casa a piedi dopo la fine della guerra.
Questa triste e dolorosa esperienza, sempre raccontata brevemente e malvolentieri dal padre Salvo, immette in Claudio l’insofferenza per le imposizioni, facendo crescere un senso di libertà espressa in ogni sua forma e manifestazione.
Nel 1977 viene assunto presso uno stabilimento siderurgico come operaio alle ferroleghe (forni di fusione) e successivamente come addetto alla sabbiatrice.
Questo cambia la sua visione sui materiali utilizzati e, attratto dagli scarti di lavorazione, inizia ad intravedere da queste forme libere oggetti e profili naturali, che diventeranno le sue prime sculture in acciaio temperato.
Conosce Antonella nel febbraio del 77, lei 16 anni lui 23, otto anni dopo, il 15 giugno del 1985 si sposano a Borno e iniziano la loro vita insieme a Breno.
Nel 1992 comincia lavorare come operaio forestale per la Comunità Montana di Valle Camonica e, felice di vivere la giornata lavorativa in mezzo alla natura, scopre le infinite possibilità del legno che, grazie anche alle forme sinuose date dalla natura, gli permette di integrare materiali di recupero di vario tipo, che nelle sue mani prendono vita e diventano sculture uniche nel loro genere che lo caratterizzano.
Il 16 luglio del 1995 coronano il loro sogno e hanno una figlia, Laura.
Dalla tassidermia ai dipinti di scene e paesaggi di montagna, alle sculture in ferro o legno, alla land art su roccia, e i quadri 3D di catene montuose, Claudio vive a stretto contatto con la natura, la conosce, la studia, la cura e la interpreta.
Oggi, con il raggiungimento dell’apice della sua carriera artistica Claudio ha raffinato ed evoluto il suo stile raggiungendo un’ identità unica e consolidata che si va a rispecchiare nelle sue opere uniche e irriproducibili, frutto di una tendenza istintiva e automatica a trovare strutture ordinate e forme familiari in immagini disordinate; associazione in special modo verso le figure animali di cui Claudio ne ha fatto il fulcro della propria ricerca artistica ed espressione personale.
Un invito allo spettatore a guardare in modo diverso, oltre la pura immagine.
Un invito allo spettatore a guardare in modo diverso, oltre la pura immagine.